Verso una rianimazione aperta: atteggiamenti del personale sanitario
Egiziano Eutizio e Menoni Ezio
Verso una rianimazione aperta: atteggiamenti del personale sanitario
Molte ricerche internazionali mostrano come le Unità di Terapia Intensiva (ICU) sono strutture ospedaliere “chiuse” con regole restrittive rispetto agli orari di visita, al numero e all’età dei parenti ammessi.
Anche se la possibilità di visite senza restrizioni (rianimazione aperta) è stata da tempo identificata fra i bisogni importanti dei pazienti e dei familiari, ricerche recenti evidenziano come le restrizioni rimangono comuni.
Lo studio degli atteggiamenti del personale sanitario risulta fondamentale per politiche di cambiamento.
E’ stato avviato un progetto di “avvicinamento alla rianimazione aperta” che ha coinvolto il personale sanitario (9 medici, 15 infermieri, 6 OSS) della Terapia Intensiva Postoperatoria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese con un lavoro di focus group e di gruppi psicologici di sostegno con la S.S. Psicologia Clinica di Liaison.
E’ stato utilizzato un questionario per valutare gli atteggiamenti nella prospettiva di un limitato allargamento degli accessi. Successivamente è stata condotta una valutazione sull’esperienza avviata. In parallelo si è svolta una linea di ricerca con BAVIQ presente nella letteratura europea.
I dati preliminari mostrano un moderato incremento degli atteggiamenti “liberali” del personale sulla base dell’esperienza fatta, anche se restano punti critici per quanto riguarda inadeguatezza dei locali, carico assistenziale, comunicazione e sostegno affettivo in situazioni critiche.
I dati del BAVIQ mostrano una prevalenza positiva da parte dei medici rispetto agli infermieri e agli OSS il cui gruppi risultano divisi rispetto agli atteggiamenti proattivi, in particolare per quanto riguarda il ruolo del familiare di intermediario nella comunicazione sanitaria e di mediatore dello stress.
La maggiore “liberalità” dei medici è forse da ricondurre alle differenze delle caratteristiche operative professionali dei tre gruppi.
I risultati concordano con ricerche consimili e mostrano la necessità di strategie di implementazione per quanto riguarda gli elementi critici (spazio, comunicazioni e conflitti affettivi, carico assistenziale).