La “corporeità” dei “processi di vita”, evolutività e coscienza nella clinica psicoterapeutica
Iannelli Kitergiata e Egiziano Eutizio

La “corporeità” dei “processi di vita”, evolutività e coscienza nella clinica psicoterapeutica

La “cosa” denominata “corpo” nel linguaggio comune fa riferimento ad un’entità globale (Feynman, 1965) che in contesti scientifici è stata identificata come psichesoma o mind-brain-body. Essa è organica alla vita nei suoi continui scambi adattivi di energia e informazioni con l’ambiente e quindi può essere compresa come un sistema complesso adattivo che “guida” i viventi nella ricerca continua di risorse per la sopravvivenza e l’evoluzione.

Avere conferma delle aspettative, trovare soluzioni in circostanze critiche, costruire e mantenere sistemi relazionali interni ed esterni sono alcune delle proprietà emergenti dell’evolutività del sistema. Esse sono funzioni della sintesi della complessità costituita da memorie del passato, esperienze presenti e ipotesi a futuro con possibilità conseguenti di gradi di libertà maggiori che consentono processi di scelta di natura proattiva (Bar, 2009).

I processi adattivi-evolutivi, sia critici che riparativi, sono il campo della clinica terapeutica e anche dell’ecologia dei processi di vita. Essi si svolgono all’interno di configurazioni globali con caratteristiche fenotipiche e relativi gradi di libertà unici per ogni diverso sistema vivente.
Queste premesse sono necessarie per introdurre il tema specifico della “corporeità” in psicoterapia connesso con quelli di evolutività e di coscienza sulla base delle conoscenze che derivano da studi e ricerche con un’epistemologia di complessità (Annila, 2016; Feinberg, 2011).

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