Il processo diagnostico: una prospettiva integrativa
Egiziano Eutizio, Ulivi Sabrina
Il processo diagnostico: una prospettiva integrativa
Nella vita, di cui la terapia fa parte, è sempre attiva una gamma molteplice di processi valutativi che sono funzione delle diverse modalità del sé dai livelli di base a quelli più acculturati. Essa accompagnano di continuo il lavoro del terapeuta e quello della persona.
Una prospettiva integrativa orientata all’integrazione teorica è attenta al confronto fra le diverse modalità di consapevolezza, di narrativa con i diversi codici utilizzati (confronto intermodale) e di valutazione dei processi affettivi. E’ una valutazione di processo. che accade “qui e ora” e che richiede un focus continuo su sé e sull’altro. In essa è centrale l’esperienza affettiva di quello che accade nel presente dell’incontro ed è marginale il riferimento a schemi nosografici.
E’ un processo continuo che si svolge ai limiti della finestra di tolleranza attraverso l’analisi dei processi di vita: accorgersi, accettare e dare senso e significato.
La diagnosi è una valutazione della “bilancia affettiva” conseguente alla ricchezza o alla povertà, al blocco o al movimento dei processi adattivi. Essa è orientata al riconoscimento delle risorse presenti e alla ricerca di quelle possibili con una progettualità proattiva e non una ricostruzione definitoria.
L’esperienzialità terapeutica promuove capacità di consapevolezza oltre i processi automatici. Su queste basi è possibile non solo comprendere cosa, come, quando, perché dei processi affettivi relazionali ma anche promuovere gradi di libertà. E’ una diagnosi funzionale e proattiva.
Il processo diagnostico procede di pari passo con quello terapeutico tramite modalità complesse di connessione e differenziazione.
Anche il nostro modello EAIE si riconosce in queste caratteristiche del lavoro clinico che sono condivise da una parte dei modelli di psicoterapia.