La prevenzione dello stress nel personale di assistenza ad alta intensità: un confronto dei risultati del lavoro di sostegno psicologico con due gruppi
Pernia Ramon, Egiziano Eutizio, Menoni Ezio
La prevenzione dello stress nel personale di assistenza ad alta intensità: un confronto dei risultati del lavoro di sostegno psicologico con due gruppi
E’ presentato un confronto di lavoro clinico di sostegno, svolto con modalità analoghe, tra un gruppo di infermieri e OSS che lavorano in ambito chirurgico (Chirurgia Oncologica e Trapianti di rene) e un gruppo di medici, infermieri e OSS che lavorano in una Rianimazione, entrambi all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.
I dati preliminari avevano evidenziato nel primo gruppo una particolare condizione di stress anche a causa della “cattiva” comunicazione – relazione tra medici e infermieri.
Sulla base di un modello clinico integrativo, che coniuga processi di focusing affettivo, di esperienzialità e di consapevolezza, il lavoro è basato sulla condivisione di processi di consapevolezza emotiva e sulla loro espressione in un contesto “sicuro” tramite la promozione dell’ascolto del riconoscimento e del sostegno reciproci.
I processi centrali del lavoro di gruppo sono la percezione dei bisogni di accoglienza e di aiuto da parte dei colleghi, e il riconoscimento di risorse affettive interpersonali capaci di bilanciare il distress emotivo vissuto in circostanze di assistenza. Essi promuovono una progressiva costruzione di resilienza di gruppo.
Sono state svolte valutazioni quantitative e qualitative (prima – dopo) con strumenti specifici (MBI adattamento italiano).
I risultati mostrano un miglioramento del distress emotivo in entrambi i gruppi ma con maggiori evidenze nel secondo gruppo.
I dati relativi al secondo gruppo hanno mostrato un notevole miglioramento per quanto riguarda la percezione di una “buona” comunicazione tra medici e infermieri.
Nel primo gruppo invece ciò non è stato possibile per l’assenza dei medici
I dati di questa esperienza sostengono l’importanza che un lavoro clinico di empowerment per una “buona” comunicazione di equipe richiede la disponibilità di un gruppo che vede la partecipazione motivata dei vari professionisti.